L'agricoltore custode del paesaggio agrario

Agricoltori Custodi della Terra Generazioni di contadini, in un lungo processo storico, hanno creato il paesaggio storico che oggi possiamo ammirare. Un paesaggio vario, armonico, dagli indubbi valori estetici.

In una definizione non troppo recente l’agricoltura è la tecnica e la pratica della lavorazione della terra al servizio dell’uomo. Nell’epoca attuale l’agricoltura deve essere consapevole perché il futuro sarà la frontiera in cui le risorse saranno utilizzate in modo responsabile. Possiamo parlare, quindi, di agricoltori custodi ovvero tutti coloro che difendono e lavorano la terra per preservare il paesaggio - non solo agrario - e per conservare la biodiversità.

Chi è l’agricoltore custode? È colui che:

– attua pratiche agricole e metodi di conduzione ecocompatibile che riducono e mitigano gli impatti delle attività agricole sul territorio e sulla fauna;

– crea nicchie ecologiche con la piantumazione di siepi, alberi, boschetti realizzati con essenze autoctone;

– realizza laghetti, fontanili e zone umide e attua metodi per il recupero delle acque piovane;

– protegge i campi coltivati dai danni della fauna selvatica con sistemi idonei;

– adotta pratiche per il mantenimento di prati-pascolo, delle radure, nonché azioni finalizzate alla gestione del bosco e di aree verdi;

– si prodiga per la salvaguardia delle piante monumentali e degli oliveti secolari;

– adotta pratiche finalizzate alla conservazione della biodiversità agronomica attraverso il mantenimento, la conservazione, la coltivazione, la vendita e lo scambio di varietà antiche di semi, frutti ed animali;

– effettua la compostazione dei rifiuti organici anche in accordo con enti pubblici;

– adotta pratiche finalizzate al risparmio idrico;

– effettua il mantenimento dei maceri, dei muretti a secco, dei capanni di pietra a secco e delle testimonianze di archeologia rurale.

Tutto ciò è un bene comune, perché dolci colline a grano, magnifici vigneti e oliveti, fiumi in valli incontaminate e casali e borghi di montagna allietano la vista a chiunque, indistintamente; l’opera dell’agricoltore custode ha una valenza sociale e per questo deve essere lodato e gratificato poiché è il solo che, con la sua attività, interagisce con l’economia (lo sviluppo economico dell’azienda agricola), l’ecologia (la tutela dell’ambiente) e la società (la responsabilità sociale).

I semi antichi, l'agricoltura biologica ed il risparmio idrico



Agricoltori Custodi della Terra I semi ibridi moderni hanno un apparato radicale debole bisognoso di maggiori irrigazioni di soccorso, anche perché le piantine sono abituate ad essere nutrite con concimi chimici. Le piante delle varietà antiche hanno invece un apparato radicale ben formato, solido e in grado di penetrare più profondamente nel terreno.

Si prestano dunque meglio ad una conduzione biologica e prefigurano un risparmio di acqua che viste le annate siccitose degli ultimi anni, è sicuramente auspicabile. I cambiamenti climatici in atto, con annate molto piovose che si susseguono a periodi medio lunghi siccitosi e comunque nell'ambito di variazioni stagionali insolite ed al riscaldamento dovuto all'effetto serra, creano condizioni difficili da sopportare per piante “artificiali”, create dall'uomo negli ultimi decenni. Le piante antiche, invece, hanno sviluppato nei secoli e nei millenni, una capacità di adattamento notevole ed, in media, richiedono minori irrigazioni o si coltivano in secca totale, accontentandosi solo delle piogge primaverili.



Agricoltori Custodi della Terra Infine, le varietà locali sono adattate nel corso del tempo alle condizioni ambientali, al terreno, al clima e quindi hanno sviluppato una maggiore resistenza alle malattie. Questo discorso è particolarmente valido anche per le piante da frutto e per i cereali e legumi. Questi ultimi, poi, hanno una particolare predilezione per l'agricoltura biologica, perché adattati a crescere in ambienti di sovente ostili, con siccità, freddo invernale, terreni poveri.

Se coltivati in terreni ricchi o concimati chimicamente, tendono a crescere troppo in altezza e si allettano, compromettendo così il raccolto, come accade al grano tenero solina o rosciola, se coltivati al di fuori dall'ambiente montano al quale sono adattati. Producono di meno ma garantiscono qualità e ricchezza di sapori e aromi. Del resto la quantità, sino a certe dimensioni di scala, non va quasi mai d’accordo con la qualità.

Maggiore resistenza alle malattie dunque. Migliore apparato radicale, maggiore vigoria vegetativa. Piante più forti che mal sopportano concimazioni chimiche di sintesi. Maggiore resistenza alla siccità e conseguente risparmio idrico.

Le piante di una volta hanno una vocazione alla conduzione biologica, ad essere coltivate in zone marginali montane e pedemontane o di alta collina.

La pratica del sovescio:
risparmio idrico, prevenzione dell'erosione e lotta ai cambiamenti climatici.

Agricoltori Custodi della Terra Un metodo efficace per prevenire l'erosione e risparmiare le risorse idriche è quello di arricchire il terreno di sostanza organica e quindi di humus. Si è visto che i colloidi umici che si creano con l'arricchimento di sostanza organica, hanno la capacità di assorbire e trattenere molta più acqua e quindi il terreno acquista una maggiore resistenza al dilavamento ed all'erosione. Un terreno fertile si comporta come una spugna ed assorbe l'acqua; un terreno povero lascia scorrere l'acqua, che in presenza di forti piogge può causare danni e smottamenti.

Inoltre, il terreno si manterrà umido per più tempo e quindi le piante ne beneficeranno. Uno dei modi più efficaci per arricchire il terreno di sostanza organica è la pratica del sovescio che si sostanzia nella semina di leguminose foraggere che, oltretutto arricchiscono il terreno di azoto e creano ossigeno. Un terreno nudo e povero diventa debole e caldo e non crea nulla. Un terreno sempre coperto da erbe, piante e colture, è sempre ricco e pieno di vita; combatte l'effetto serra creando ossigeno.